martedì 25 settembre 2018

Il caso: Il mio ex non passa il mantenimento per i figli (narrazione ispirata a casi veri)

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Chiede un appuntamento nel più breve tempo possibile la sig.ra AAA.

Al telefono preannuncia che ha un problema con il suo ex marito , che chiameremo sig. BB, (sono separati ma non ancora divorziati) ma lui da mesi non le passa il mantenimento per i bambini (due bimbi di 6 e 8 anni) stabilito dal Giudice nella sentenza di separazione.

Ci vediamo qualche giorno dopo e lei mi racconta più nel dettaglio la sua situazione.
Lei e il marito si sono separati consensualmente e senza l'ausilio di avvocati. Sono trascorsi due anni dalla separazione. La sentenza prevedeva che la casa familiare gravata da mutuo restasse a Lei e ai bambini (collocati principalmente con la mamma); che il padre potesse vedere i bambini due pomeriggi a settimana e un w.e su due a partire dal venerdì pomeriggio e fino alla domenica sera.
Che il padre passasse un mantenimento di 200 euro a bambino oltre il 50% delle spese straordinarie.
Nessun mantenimento per la ex moglie , i redditi dei due ex sono simili. Da 5 mesi il padre ha interrotto i versamenti per i bambini.
Mi chiede cosa può fare, visto che ha provato più volte a parlargli ma lui dapprima promette di provvedere e poi puntualmente disattende la promessa.

Avvocato cosa si fa in questi casi? Mi chiede la sig.ra AA

Per prima cosa mi occorrono più informazioni. Devo capire chi ho davanti , qual è la situazione, come stanno i figli, insomma devo riuscire ad ottenere quante più informazioni possibili  per cercare di inquadrare la situazione e i suoi "protagonisti".

Per questo motivo faccio alla sig.ra diverse domande., le chiedo se lei abbia un'idea del perchè il padre rifiuti di pagare. Ma la sig.ra XX mi dice che non sa trovare spiegazioni. Le chiedo se voglia divorziare visto che la separazione è vecchia di due anni. Lei mi dice di si, ma non ha poi tutta questa fretta. Ciò che le preme è il mantenimento per i bambini perchè da sola non ce la fa a provvedere a tutto e deve farsi aiutare economicamente dai suoi genitori.

A questo punto, il primo step è scrivere al padre , sollecitargli il pagamento e allo stesso tempo informarlo dell'intenzione della sig.ra AA di procedere con il divorzio. Prima di elaborare piani d'azione occorre aspettare la risposta e capire meglio quali siano le intenzioni del sig. BB.

Scrivo e invio una lettera raccomandata dando dieci giorni di tempo per una risposta. La risposta giunge prima che sia trascorsa una settimana, a scrivere, in nome e per conto di BB, è il suo avvocato.

Sintetizzando: il sig. BB sostiene di avere dei problemi a lavoro (è un artigiano), i suoi guadagni sono molto diminuiti, inoltre afferma che i bambini trascorrano molto tempo con lui, più di quello indicato nella separazione, poichè oltre ai giorni stabiliti va a prenderli a scuola tutti i pomeriggi e si intrattiene con loro fino alle 18 , orario in cui la mamma torna da lavorare.

Dunque qualcosa non torna . I due racconti non collimano.

In un secondo incontro con la sig.ra AA chiarisce che, a differenza di quanto asserito dall'ex marito, lui va a prenderli a scuola di tanto in tanto, solo quando lei si trova in difficoltà. Sulla flessione dei guadagni dichiarati da BB. Lei non può avere certezze.

Suggerisco un incontro a 4 presso il mio studio con i due e coniugi e noi avvocati per tentare di trovare un accordo che possa scongiurare un divorzio giudiziale (più lungo e costoso di un consensuale). Le parti accettano.


Quattro ore di riunione
Le recriminazioni di BB:
Io devo passare un mantenimento ma i bambini alla fine stanno più a casa mia che a casa tua
Il lavoro è calato e io non ce la faccio a sborsare 400 euro tutti i mesi
Ti ho chiesto tempo per gli arretrati ma tu (riferito alla sig.ra AA) mi assili

La sig.ra AA risponde:
Non è vero che passano più tempo da te, giusto una o due volte al mese in più rispetto a quanto previsto nella separazione
Non è vero che hai meno lavoro, di piuttosto che ti entrano in nero, i soldi per la palestra ce li hai!!
Ti assillo perchè non ce la faccio, mi tocca chiedere soldi ai miei.

 L'incontro si chiude tra diversi malumori ma con l'invito alla riflessione con i rispettivi avvocati e a vedersi tutti e quattro una seconda volta dopo 15 giorni.

Io e la sig.ra AA ci vediamo la settimana successiva.
Spiego alla sig.ra che sugli arretrati non versati l'ex marito nulla può fare , con le buone o per via giudiziale dovrà sborsarli. Le spiego anche che se BB effettivamente riuscirà a provare una flessione importante dei propri guadagni , in fase di divorzio potrà ottenere una diminuzione del contributo mensile. A fronte di ciò  e del fatto che realmente i bambini passano con il padre più tempo di quello stabilito dal giudice, suggerisco di valutare un abbassamento del contributo mensile ma di chiedere , di contro, la formalizzazione di un maggior impegno logistico di BB. Occorre considerare che la diminuzione del contributo verrebbe compensata con la spesa della baby sitter, altrimenti necessaria per prendere i bambini e tenerli dall'uscita di scuola fino al rientro della mamma da lavoro.
La invito a considerare inoltre che una procedura giudiziale in questo caso può essere evitata se ci si viene un po' incontro.

Dopo qualche perplessità la sig.ra AA si mostra convinta e pronta al secondo raund con il sig. BB questa volta presso lo studio della collega.

Dopo qualche ora riusciamo a trovare una quadra:

1) la collocazione principale dei bambini rimane presso la madre nella casa familiare
2) la spesa del mutuo rimane al 50%
3) le spese straordinarie rimangono al 50%
4) Il contributo mensile del padre scende da 200 euro a bambino a 150  a bambino ma il marito si impegna a rientrare degli arretrati in 4 rate.
5) La sig.ra AA sconta al marito il 20% della cifra realmente dovuta.
5) Il padre prenderà i bambini da scuola tre volte a settimana (mart-giov-ven) e li terrà fino alle ore 19.30  riportandoli alla mamma per la cena; a settimane alterne terrà i bambini presso di se dal venerdì fino alla domenica alle ore 21.00. Riportandoli alla mamma dopo cena.

Accordo raggiunto, si procede con una procedura congiunta.

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